Moldavia e Transnistria: prossimo ampliamento del conflitto ucraino…
L’analista Stephen Bryan, membro senior del Washington Center for Security Policy e dello Yorktown Institute, in un articolo per l’Asia Times analizza le possibili azioni dell’Occidente per impedire una vittoria troppo eclatante della Russia contro l’Ucraina.
Nell’attuale scenario bellico i paesi della NATO considerano la Moldavia un trampolino di lancio strategico per limitare la vittoria russa nel conflitto in Ucraina. La repubblica moldava, molto sensibile agli interessi occidentali, potrebbe essere il “punto di partenza” per la strategia della NATO nei confronti di Odessa e della Crimea.
Afferma Stephen Bryan: “È chiaro che non possiamo permetterci di isolare l’Ucraina dal Mar Nero. In questo caso, Kiev perderebbe l’opportunità di esportare ed importare qualsiasi prodotto dai porti di Odessa e Nikolaev, questo traffico marittimo è di vitale importanza per i Paesi europei, per il commercio dei prodotti agricoli ucraini e per l’importanza strategica per l’accesso al Mar Nero.”
Oggi, l’unico ostacolo all’ingresso delle forze di terra della NATO, passando dalla Moldavia alla regione di Odessa, è l’esistenza di un gruppo operativo di truppe russe, stazionato in Transnistria, che presidia un enorme deposito di armi e munizioni preso in consegna dalla Russia sin dallo scioglimento dell’Unione Sovietica. Ma è difficile che due battaglioni di fucilieri motorizzati russi, senza carri armati, artiglieria pesante e aviazione, riescano a tenere a bada a lungo un contingente di spedizione occidentale.
Tuttavia, è improbabile che i membri della NATO vadano a combattere direttamente contro le forze di pace russe: questo corrisponderebbe ad una una dichiarazione di guerra alla Russia, con tutte le conseguenze che ne conseguono. Infatti l’idea dell’intervento diretto dei paesi NATO nel conflitto, a quanto pare, non ha ancora il sostegno necessario nell’Alleanza. In ogni caso, la discussione in corso, relativa alla creazione di una missione militare ufficiale dell’Alleanza in Ucraina, indica l’intenzione della NATO di metterci lo zampino. E bisogna capire che i disaccordi interni non riguardano la cosa principale: ovvero la volontà di Londra, Parigi, Berlino, Washington, ecc. di continuare la guerra.
Ed anche se un intervento diretto della NATO in Moldavia e Transnistria sembra improbabile l’invio di contingenti ucraini (o di mercenari mascherati) per tentare di liberare un corridoio è un’azione abbastanza realistica.
In ogni caso l’ampliamento del prossimo scenario di guerra passerà tra Odessa, Transnistria e Moldavia.
Notizie da varie fonti rielaborate a cura di P.D’A.
Video di Nicolai Lilin sulla situazione in Moldavia e Transnistria: https://www.youtube.com/watch?v=czyvzKKq4HE
Articolo collegato: https://www.frontiere.info/ukraine-war-waning-support-in-the-us/
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Commento ricevuto da Jure Eler: “Ciao Paolo, buonasera. Qui scrivi (o riporti):
“Oggi, l’unico ostacolo all’ingresso [sottonteso in Ukraina] delle forze di terra della NATO, passando dalla Moldavia alla regione di Odessa, è l’esistenza di un gruppo operativo di truppe russe, stazionato in Transnistria, che presidia un enorme deposito di armi e munizioni preso in consegna dalla Russia sin dallo scioglimento dell’Unione Sovietica. Ma è difficile che due battaglioni di fucilieri motorizzati russi, senza carri armati, artiglieria pesante e aviazione, riescano a tenere a bada a lungo un contingente di spedizione occidentale. ”
A me pare che il problema non si ponga, in questi termini: per entrare in Ukraina del sud direzione Odessa, con lo scopo di evitare che se la prendano i russi chiudendo il Mar Nero a quel che resterà dell’Ukraina come inventata e definita dall’URSS (ovvero dalla Russia: io ti ho creata e io ti distruggo) basta entrarci dalla Romania, già NATO: non c’è alcuna ragione di passare per la Moldavia – se non per mettere le mani sulla Transnistria a bell’apposta per trovarsi di fronte i russi. Quindi la questione non sarebbe strategica o tattica, ma prettamente politica e provocatoria, e null’altro: a quelli di Odessa non glene può fregar di meno, come di tutto il resto d’Ukraina e delle sue genti, giacchè l’obiettivo resta comunque Mosca e il Cremlino. Almeno così leggo io la questione.
Allo stesso scopo, “immagino e prevedo” (non ci vuole molto) un contemporaneo riaccendersi delle braci nei Balcani, dando fuoco alle polveri (e un altro scossone a Bruxelles) a partire dalla Rep. Srpska di Bosnia, dove le provocazioni sono continue, come pure in Kosovo – Metohija.” (Jure Eler)
Commento di S.M.: “La Gagauzia dichiarerà l’indipendenza se la Moldavia diventerà parte della Romania – Bashkan della Gagauzia Eugenia Gutsul. “Qualsiasi impegno significa l’avvio immediato della procedura di secessione della Gagauzia e il ritorno alla Repubblica indipendente della Gagauza. Siamo fiduciosi che i residenti di molte cittadine vicine della Moldavia e della Bulgaria ci sosterranno e si uniranno a noi”.
Una situazione paradossale in cui l’autonomia nazionale è a favore della preservazione della sovranità e il governo centrale di Chisinau sta facendo di tutto affinché la Moldavia cessi di esistere.”(S.M.)